Il nostro viaggio alle Maldive in guest-house

In questo articolo vi raccontiamo il nostro viaggio alle Maldive, durante il quale abbiamo voluto vivere un’esperienza autentica a contatto con la popolazione locale. Siamo riusciti a fare questo grazie ad un soggiorno nell’isola di Keyodhoo in una guest-house. E’ un viaggio rimasto nei nostri cuori sia perché è stato il primo volo del piccolo Lorenzo, partito ad appena nove mesi, sia per la bellezza incomparabile delle isole maldiviane.

Viaggio in guest-house alle Maldive

Da quando abbiamo dei figli, abbiamo scoperto l’utilità di fare affidamento sulle esperienze di viaggio delle altre famiglie, per ottenere spunti e consigli preziosi. Ecco perché in questo articolo vi raccontiamo brevemente il nostro viaggio in guest-house alle Maldive con un bimbo di appena nove mesi. S’, perché partire per le Maldive con un bimbo piccolo si può! Ne abbiamo parlato più diffusamente in questo articolo. Speriamo che la nostra esperienza possa essere utile ad altri, così come il confronto con altre famiglie viaggiatrici lo è per noi.

Sistemazione in guest-house: alternativa low cost ai resort di lusso

E’ possibile visitare le Maldive essenzialmente in due modalità. La prima è quella di alloggiare nei resort, che sono delle vere e proprie isole-albergo, in cui tutto è esclusivamente riservato ai turisti. La seconda è quella di alloggiare in una guest-house. Si tratta di alloggi più spartani, anche se molto accoglienti, che si trovano nelle isole abitate dalla popolazione locale. Da viaggiatori on the road quali eravamo, e quali tentiamo di essere ancora oggi, la Guest House si è rivelata la migliore alternativa per visitare le Maldive. 

La guest-house che ci ha accolto nel nostro viaggio alle Maldive, nell’isola di Keyodhoo (atollo di Vaavu) è il “White Maakanaa lodge“. Abbiamo scovato la struttura attraverso una ricerca su internet, senza affidarci a pubblicità o promozioni particolari. Le recensioni degli ospiti non ci hanno lasciato alcun dubbio, e non ce ne siamo pentiti. Le guest-house normalmente offrono un trattamento all inclusive, fornendo la colazione il pranzo e la cena. Nel nostro caso si trattava nella maggior parte dei casi di piatti tradizionali maldiviani, quasi esclusivamente a base di pesce, cucinati con una attenzione particolare per la clientela italiana.

In guest-house l’ambiente è molto familiare, e gli ospiti che soggiornano nello stesso periodo – solitamente poche famiglie – si trovano a vivere quasi in comunità. I pasti si consumano insieme, ed insieme si svolgono le escursioni. Lorenzo, che all’epoca aveva appena nove mesi, è diventato in un attimo la mascotte del gruppo, coccolato sia dagli altri ospiti che dal personale. Questa modalità di viaggio secondo noi ha due grandi vantaggi. Da una parte, è molto più autentica di un soggiorno in un resort di lusso; dall’altra permette di limitare fortemente il budget della vacanza, poiché si evitano gli sfarzi eccessivi di molte strutture senza rinunciare alle comodità.

Un viaggio lungo ma a portata di bambino

Come accade spesso, abbiamo battezzato con largo anticipo la data del nostro soggiorno, approfittando dei giorni di vacanza tra fine aprile ed inizio maggio. In questo modo abbiamo spuntato un prezzo più che discreto per un volo Emirates. Abbiamo effettuato da Roma Fiumicino il consueto scalo a Dubai, durato alcune ore, che ha permesso a nostro figlio di ricaricare un po’ le pile. Si è trattato per lui del battesimo di volo, e (ahinoi!) la culla messa a disposizione dalla Emirates si è rivelata già troppo piccola.

Avendo la possibilità di scegliere i posti a bordo, abbiamo optato per la prima fila della classe economy. In questo modo abbiamo avuto un po’ più di spazio a disposizione per far muovere il piccolo senza disturbare troppo gli altri passeggeri.

Una volta giunti a Malé, uno speed boat ci ha portato fino a Keyodhoo. Si tratta di un motoscafo utilizzato anche dalla popolazione locale per muoversi tra le isole ,e soprattutto da e verso la capitale Malé. In fase di prenotazione la guest-house ci ha consigliato quale speed boat era ideale per noi, e ci hanno fatto la gentilezza di prenotare i biglietti.

Incredibili esperienze in un paradiso terrestre

La guest-house in cui abbiamo alloggiato durante il nostro viaggio alle Maldive mette a disposizione una “bikini beach” – un tratto di spiaggia riservato agli ospiti dove poter indossare liberamente il bikini, ricordiamoci di essere in un paese di religione musulmana – proprio davanti alla struttura. Tuttavia sarebbe stato un peccato non approfittare dei dintorni.

A bordo del dhoni, la tipica imbarcazione maldiviana fatta di legno di palma da cocco, abbiamo approfittato delle escursioni giornaliere organizzate dalla guest-house. Si tratta, nell’arco di una settimana/dieci giorni, di escursioni sempre diverse, da lasciare a bocca aperta per la spettacolarità dei luoghi. Siamo sbarcati su una lingua di sabbia, siamo stati accompagnati nello snorkeling alla ricerca di tartarughe marine, abbiamo visitato isole deserte e fatto pesca d’altura. Abbiamo anche mangiato in struttura il pesce pescato nel pomeriggio. Durante le escursioni lo staff è stato eccezionale, con una attenzione particolare per il piccolo della compagnia. Appena mettevamo piedi a terra (anzi, sulla sabbia!) avevamo a disposizione un ombrellone o una tenda tutta per noi, in modo da riparare il piccolo Lorenzo dal sole cocente. A questo proposito, abbiamo tentato di non lasciarlo mai al sole se non per pochissimi minuti, sempre munito di cappello, tutina e abbondante crema solare. E’ un consiglio che ci sentiamo di dare anche agli adulti: attenzione che il sole scotta sul serio. Una leggerezza da questo punto di vista rischierebbe di rovinare una vacanza altrimenti stupenda.

Soggiorno in guest-house per un’esperienza autentica

Oltre ai luoghi di una bellezza quasi magica, porteremo per sempre nel nostro cuore la fantastica accoglienza del popolo maldiviano. Capita spesso, in giro per il mondo, come turisti occidentali, di essere quasi riveriti perché portatori di ricchezza, a volte in maniera eccessiva. Niente di tutto questo ci è accaduto alle Maldive. Nella struttura lo staff è stato molto professionale, ma anche amichevole e sinceramente affezionato agli ospiti, soprattuto a noi con il piccolo Lorenzo. Non è mai mancato in aiuto per fornirgli ombra, evitare di farlo bagnare troppo se il mare era troppo mosso, o rispettare i suoi bisogni nei primissimi mesi di svezzamento. Molti di loro ci hanno raccontato della dura vita di chi è costretto a vivere in isole molto piccole. Ad esempio, dei loro frequenti spostamenti tra le isole alla ricerca di un compagno o una compagna di vita, o semplicemente di un lavoro dignitoso.

L’isola di Keyodhoo, che si stende per pochissime centinaia di metri, è un posto delizioso per una passeggiata. Girando si ha modo di capire come scorre la vita in una micro-isola: la scuola, il campo di calcio, le botteghe ed il porticciolo. L’isola è piena di bambini, e in molti ci hanno fermato per un saluto e per un buffetto al piccolo Lorenzo. Abbiamo anche rimediato un invito in casa: una famiglia con bambini ha gentilmente messo a disposizione i loro giochi per Lorenzo, ed abbiamo bevuto un buon tè.

Portiamo ancora con noi la bellezza dei luoghi e l’esperienza autentica che abbiamo vissuto alle Maldive. E dal sorrisone del piccolo Lorenzo si direbbe che anche lui è d’accordo con noi. Non vi pare? Se avete voglia di raccontarci la vostra esperienza di viaggio con i bimbi, o chiederci altre informazioni lasciate un commento o scriveteci in privato!

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